Maria Paola Guarino: la donna oggi è al centro del mondo

Quando una donna si adopera per l’emancipazione pur conservando il valore femminile che ha in sè, diventato un modello da imitare. E’ il caso di Maria Paola Guarino, ex docente, scrittrice del libro “Il Tempo è la sostanza di cui sono fatto”, divento best seller, toscana purosangue, che ci racconta la sua idea del progresso a cui tutte le donne dovrebbero ispirarsi.

Maria Paola, lei nel suo libro “il tempo è la sostanza di cui sono fatto” racconta la storia di una donna, la sua, alle prese con una realtà sconosciuta come il carcere. Pensa di aver ottenuto il plauso di altre donne?

Non credo di aver particolarmente ricevuto il plauso né di donne né di uomini. Tutti hanno avuto la curiosità di sapere notizie sulla mia esperienza chiedendosi e chiedendomi per quale motivo avessi sentito l’esigenza di farla. C’è sempre molta chiusura quando si parla di carcere, soprattutto se si tratta di A.S.1.

In questo caso lei era una docente donna a contatto con un mondo di uomini. Che idea si è fatta di una figura femminile al centro dell’attenzione?

Fin da quando ho avuto il primo contatto con gli alunni-detenuti, seguendo i consigli del mio superiore, ho indossato abiti e pantaloni larghissimi che nascondessero al massimo le mie linee femminili. Superato il momento iniziale, e la curiosità nei miei confronti, ben presto si è creato tra di noi il medesimo rapporto che, anche nella scuola all’esterno di quelle mura, si stabilisce tra docente e discenti.

Secondo lei è vero quando si dice che emancipazione femminile e femminismo sono due cose diverse?

Sono sicuramente due considerazioni diverse: l’emancipazione è un atteggiamento ed una volontà che ho sempre perseguito, perché espressione di parità dei diritti, ma non sono mai stata una femminista, perché percepisco in questa affermazione una rivalsa nei confronti del maschile ed una voglia di superiorità che nessuno dei due generi deve assolutamente avere.

Si dice che le donne vogliono gli stessi diritti ma non gli stessi doveri. Lei da che parte sta?

Le donne ovviamente devono avere gli stessi diritti degli uomini, ma i doveri cui possono e devono assolvere sono talvolta diversi dai loro.

Non possiamo dimenticare che le donne sono più fragili fisicamente rispetto al genere maschile per questo le loro mansioni devono tener conto delle capacità emotive, tecniche ed intellettive che la femminilità può espletare.


Ha partecipato a molti eventi negli ultimi due anni, e si è confrontata con colleghe, giornaliste, star della tv. 
Che impressione ha avuto? C’è complicità o la storia della solidarietà femminile è più uno spot sociologico che non la realtà?


Per esperienza diretta sono portata a dubitare fortemente di quelle donne che dicono di essere solidali con il loro stesso genere, perché mi sono resa conto che proprio queste sono le prime a comportarsi verso le altre come se fossero rivali per lavoro, forza intellettuale o per affetti e quindi non sufficientemente apprezzabili.

Quest’anno l’8 marzo è stato particolarmente contestato. Cosa dice a quelle mamme, mogli, figlie che al posto di sedersi a un tavolo per discutere il ruolo della donna nella società, si dilettano a vedere spogliarelli maschili o a stare in serate di gozzoviglia?

Sono convinta che l’autentico ruolo della donna nella società abbia bisogno di ben altre valutazioni ed insegnamenti che non il sedersi ad un tavolo per affermare uguaglianze troppo spesso paternalistiche che poi, nella realtà quotidiana, non hanno altrettanto spessore.
Se poi alcune donne trovano divertente imitare i maschi “gozzovigliando”, come gli uomini troppo spesso fanno, non condivido il loro atteggiamento, ma certo non lo stigmatizzo.  

Sta pensando a un nuovo libro? Qualche idea ce l’ha?

Già da molti mesi ho iniziato un nuovo libro che parla delle donne in un particolare ambito della società: quello militare. E’ un argomento che mi appassiona molto perché se avessi vissuto in questi anni la mia giovinezza certamente mi sarei impegnata per poter indossare la divisa della Marina Militare.

Se dipendesse da lei, in quali ruoli la donna potrebbe entrare che ancora sono negati od oggetto di un maschilismo ramificato difficile da sradicare? Cosa si potrebbe dare di più?

Le donne possono dare molto di più e lo potrebbero fare se, come spesso avviene, non fossero le sole a risolvere i vari problemi delle famiglie di cui fanno parte.
Sarebbe splendido che in Italia, presto, una donna riuscisse ad essere Presidente della Repubblica. 

Dica la verità, nella parità dei diritti ritiene che comunque sarebbe sbagliato fosse lei ad aprire la porta ad un uomo, a dargli la precedenza all’ingresso di un locale o a pagargli la cena?

Mi è spesso capitato di pagare cene ad uomini che pensavo fossero in condizioni economiche inferiori alla mia.
Ma per il rispetto che gradisco da una persona più forte di me, ritengo giusto che mi apra la porta o mi dia la precedenza in un locale, come faccio anch’io con donne e uomini più fragili e più grandi di me. 

Questo è solo un fatto di educazione non di diritti o doveri.

Share the Post: